Roma, 16 giugno 2025 – Incubo maltempo in Cadore. Il rovescio della medaglia di questi giorni segnati, fino a poco fa, da un caldo anomalo per giugno porta eventi atmosferici improvvisi e violenti. Dopo che ieri nell’area del Veneto sono scesi 50 millimetri di pioggia in mezz’ora, a seguito di un forte temporale, una frana caratterizzata da una vasta colata detritica ha colpito in particolare la frazione di Cancia di Borca di Cadore. L’area è la stessa segnata dalla tragedia del 2009, quando una frana simile aveva ucciso due persone.
Case bloccate
Cancia ha vissuto una notte di angoscia: diverse le case colpite dal fango con alcune persone che sono rimaste intrappolate all'interno: i massi hanno bloccato le porte. "Situazione orribile. Non riusciamo a uscire di casa”, ha lanciato l'allarme una residente della frazone sui social. Sarebbero 20 le famiglie coinvolte: a stretto giro l’intervento dei vigili del fuoco che sono entrati in azione per liberare le persone e farle evacuare. Travolte alcune auto parcheggiate, saltata la corrente.

Chiusa in mattinata per motivi di sicurezza la strada statale 51 'Alemagna' che conduce a Cortina d'Ampezzo, la cosiddetta ‘strada olimpica’ e l’arteria principale che conduce alla cittadina sede dei Giochi invernali 2026. Non è chiaro quando sarà riaperta, Anas è al lavoro per ripristinare il prima possibile la circolazione. La frana ha invaso la sede stradale per circa un km, dal km 87,900 al km 89,000. Il traffico viene deviato come da indicazioni in loco. Per poter riaprire il tratto, oltre alla pulizia del piano viabile e delle pertinenze stradali, è necessario stabilire se il materiale franato possa ulteriormente muoversi in caso di ingenti precipitazioni e sgomberare il canalone e le opere di protezione e difesa dell'abitato, attività che non sono di competenza Anas.
Maltempo nel Bellunese e in Alto Adige
L'ondata di maltempo ha interessato anche il Bellunese e la zona di Alpago. Sabato pomeriggio, un'altra precipitazione aveva provocato il crollo di 4 mila metri cubi di roccia dalla Croda Marcorà, a San Vito di Cadore. Tra Vodo di Cadore e Cortina ci sono 10 siti di colate a rischio caduta sulla statale Alemagna, per cui già ieri il presidente della Regione, Luca Zaia, aveva posto la necessità di un monitoraggio costante della situazione.
Smottamenti di piccola entità nel vicino Alto Adige, dove ieri la colonnina di mercurio per il terzo giorno consecutivo a fondovalle ha toccato i 35 gradi. Il servizio meteo della Provincia di Bolzano ha parlato di 'Blitzshow', ovvero 'spettacolo di fulmini' perché sul territorio nella serata di ieri si sono verificati oltre 2.600 fulmini.

Zaia firma lo stato di emergenza
Visto quanto accaduto nell’area di Cancia di Cadore, il presidente del Veneto Luca Zaia ha firmato lo stato di emergenza per la frana. La colata di detriti “è una vecchia conoscenza, non stiamo parlando di una novità - ha detto il presidente Zaia - . La situazione in quella zona la conosciamo bene e sappiamo che quel fronte si muove di più quando ci sono fenomeni meteo importanti, nonostante tutti gli interventi che abbiamo fatto e facciamo".
"Sul Cadore - ha aggiunto - ieri notte sono caduti 50 millimetri di pioggia in mezz'ora appena. Questa grande quantità d'acqua ha attivato un movimento franoso a Cancia, nel luogo della tragedia del 2009 in cui persero la vita due persone”. Il governatore ha spiegato che “la colata detritica ha coinvolto un gruppo di abitazioni che sono al momento isolate; i vigili del fuoco e la protezione civile comunale stanno lavorando per rimuovere fango e massi anche dalla Statale Alemagna, rimasta interdetta al traffico. Ora attendiamo che il lavoro di questa prima fase emergenziale possa concludersi, per avviare una ricognizione di dettaglio dei danni provocati dalla frana. Ringrazio tutti coloro - conclude Zaia - che in queste ore sono impegnati nell'affrontare l'ennesima situazione di emergenza che colpisce un territorio ad elevata fragilità".

Il geologo
Il presidente dell'Ordine dei Geologi del Veneto, Giorgio Giachetti, ricorda che la frana di Cancia di Cadore “è stata ricaricata a monte da una sequenza di eventi alluvionali, primo tra tutti Vaia nel 2018, che hanno accumulato decine di migliaia di metri cubi di detrito, sia alimentata dal progressivo disfacimento di ammassi rocciosi”. E aggiunge: “Ricordando che in occasione di Vaia non sono discese colate, possiamo intuire la quantità che si è accumulata".
Provincia di Belluno e Regione Veneto hanno realizzato diverse opere tra le quali la briglia "sabodam", la canalizzazione delle acque di deflusso, la realizzazione di arginature, il ripristino del bacino di contenimento a valle, sistemi di monitoraggio, la sistemazione della "piazza alta" per la prima delle colate, e altre in progetto. "Il problema nel presente caso - puntualizza Giachetti - è che si è trattato di un evento di particolare importanza. Tutti gli interventi possono solo mitigare il pericolo, ma non risolverlo. Mitigare significa attenuare le conseguenze dell'evento ma non risolverlo. Quando il valore delle opere di difesa supera quello dei beni difesi, bisogna chiedersi se vale la pena realizzare nuove opere di difesa oppure dislocare i beni da difendere. È durissima da digerire, ma è così", conclude.