
Lo stand italiano al Festival di Annecy
Annecy (Francia), 13 giugno 2025 – Il mal di pancia era già emerso, sotto traccia, durante Cartoons on The Bay (il festival organizzato dalla Rai), ora i produttori italiani di animazione escono allo scoperto con un accorato appello alla tv di Stato affinché rispetti l’obbligo di investimento destinato alla produzione di cartoni animati.
Cartoon Italia, associazione dei produttori italiani, sceglie il palcoscenico internazionale del Festival di Annecy (il più importante appuntamento mondiale del settore) per esprimere la propria preoccupazione per il futuro dell’animazione italiana, “nonostante la soddisfazione per la presentazione della nuova Rai Kids al pubblico di produttori internazionali da parte del direttore Roberto Genovesi”.
"Sono 6000 i posti di lavoro del comparto dell’animazione in Italia – si legge nel documento di Cartoon Italia – un settore virtuoso messo a rischio dal mancato rispetto dell’obbligo di investimento da parte del servizio pubblico. La legge, infatti, prevede che lo 0,7% del fatturato Rai sia dedicato alla produzione di cartoni animati ed è grazie a questa piccola percentuale che è nata e cresciuta l’industria dell’animazione italiana, che oggi garantisce il lavoro a migliaia di giovani artisti e tecnici sotto i 35 anni. Stiamo parlando di investimenti che servono a coprire al massimo il 30% del budget di una serie televisiva, il resto è frutto dell’impegno dei produttori italiani e della loro capacità di trovare partner internazionali. A dimostrazione del fatto che non si tratta di un settore assistito”. Un punto su cui insiste la presidente di Cartoon Italia, Maria Carolina Terzi: “Non chiediamo assistenzialismo ma che le regole del gioco vengano rispettate”.
Nel documento viene citata la Bbc: “E’ talmente cosciente e fiera dei suoi programmi per bambini che investe fino a 10 volte di più rispetto a Rai nelle coproduzioni per l’infanzia. Uno dei suoi motti più famosi recita: 'L'identità e la memoria di una nazione, nascono dai suoi programmi per i bambini'. Al contrario il Made in Italy, che ha prodotto grandi successi internazionali e merita la giusta e piena considerazione del servizio televisivo pubblico italiano, rischia di essere gravemente penalizzato”.
“Ricordiamo che i nostri cartoni animati sono venduti in più di 150 Paesi contribuendo a diffondere la cultura e l’identità italiana nel mondo” ribadisce Terzi. I produttori chiedono che “venga sbloccato lo stallo produttivo di Rai nei confronti dell’animazione italiana destinata ai bambini sopra i 7 anni”.
Secondo Terzi “è nell’interesse del Paese che i nostri figli non crescano con l’esclusiva visione di contenuti stranieri” conclude Terzi.