
Le manifestazioni Los Angeles
Migranti fummo noi con la valigia di cartone. Gli Stati Uniti d’America oggi sono irriconoscibili mentre dilaga una guerra civile proprio sull’accoglienza dello straniero, che è stato il principio fondante stesso della (ex) terra delle opportunità. Non sembra importare più quasi a nessuno dei migranti. A pochi in politica, a Caritas e affini, alla Chiesa, a qualche cineasta coraggioso come Garrone.
In Italia, grazie a un referendum orfano del quorum, abbiamo compreso che il quinto quesito, quello sulla possibilità di accelerare la cittadinanza, non è stato votato nemmeno da tutto il popolo della sinistra (e lasciamo perdere i 5 Stelle che già ai tempi di Di Maio definivano "taxi del mare" le ong).
Giorgia Meloni brinda: "Avevamo ragione noi". E avanti a invocare le "irregolarità" sui permessi di soggiorno. Anche perché il violentatore arriva sempre da fuori, ci ricorda Salvini (certo...). Come se, nell’Italia di oggi, gli stranieri non fossero soprattutto i compagni di classe dei nostri figli che non possono andare in gita scolastica o i sottopagati dei tanti lavori che gli italiani schifano. E come se il nostro non fosse il Paese delle culle vuote.
Solo a un pezzo di ambienti cattolici sembra ancora interessare qualcosa degli esseri umani che scappano da guerre, fame e persecuzione politica. Il capo dei vescovi, Matteo Zuppi, che ha firmato un protocollo d’intesa con il Viminale sull’integrazione delle migrazioni legali, agli occhi della razza sovranista appare più o meno come il nuovo anticristo.
Legalità!, scandisce pure la civile Ue, che ci ha lasciato da soli per anni a sbrigarcela con la questione dell’asilo nel "paese di primo approdo". Negli Usa la trumpiana di ferro Kristi Noem si è fatta riprendere in posa plastica con sfondo di clandestini in catene. I marines sono stati mandati a contrastare orde di barbari "alieni", tanto cos’altro volete che stia accadendo nel mondo?
Solo qualche guerrucola e qualche problemuccio economico. E allora perché non usare la prigione dei terroristi, Guantanamo, per internare gli stranieri? A un certo punto Trump ha parlato di "fake news". Chissà. Del resto, il presidente del Paese della libertà è noto per la sua stabilità nelle dichiarazioni. Due Papi, prima Francesco e ora Leone XIV, gli hanno fatto capire che, tra l’altro, c’è una certa contraddizione tra lo sbandierare i principi cattolici e la deportazione dell’immigrato. Ma a chi importa più la coerenza in questo Truman show che se la canta e se la suona?