Venerdì 13 Giugno 2025
FRANCESCA CONTI
Economia

Chi deve pagare l’Imu 2025 (e chi è esente). Quanto vale l’acconto e come si calcola

Cosa cambia nel 2026: nuove aliquote e agevolazioni personalizzate

Sconti Imu, a chi toccano e quando

Sconti Imu, a chi toccano e quando

Roma, 9 giugno 2025 – Scatta lunedì 16 giugno 2025 il termine per versare l’acconto Imu sulle seconde case e sugli immobili diversi dall’abitazione principale. Una scadenza che coinvolge circa 25 milioni di immobili in tutta Italia, tra abitazioni a disposizione, case in affitto, negozi, uffici, capannoni e locali commerciali. L’acconto rappresenta il 50% dell’importo complessivo dovuto per l’anno in corso, calcolato sulla base delle aliquote deliberate dal Comune.

Chi deve pagare

Imu sta per Imposta Municipale Propria ed è un tributo comunale che si applica agli immobili diversi dall’abitazione principale, salvo eccezioni previste dalla legge. L’Imu non si applica quindi all’immobile in cui il contribuente risiede anagraficamente e dimora abitualmente. Ne sono escluse anche le relative pertinenze, una per ciascuna categoria, ovvero box, cantina, soffitta. Fanno però eccezione le case considerate ‘di lusso’ (categorie catastali A/1, A/8 e A/9), per le quali l’imposta è dovuta anche se adibite a prima casa, con una detrazione fissa di 200 euro. Se l'immobile è invece una seconda casa o comunque non è utilizzato direttamente dal proprietario, per esempio perché affittato o dato in comodato, l’Imu è dovuta. In caso di comproprietà, ogni soggetto paga la propria quota, senza solidarietà.

Chi è esentato

Dal pagamento dell’Imu sulla seconda casa sono invece esentati: il coniuge superstite che vive nell’immobile con diritto di abitazione (equiparato all’usufrutto); il personale delle forze armate e di polizia, vigili del fuoco e simili, per l’unico immobile posseduto sul territorio italiano e infine i proprietari di immobili occupati abusivamente, purché abbiano sporto denuncia e avviato una procedura giudiziaria.

Come si calcola l’importo

Per determinare l’imposta da versare, è necessario partire dalla rendita catastale dell’immobile aggiornata al 1 gennaio 2025. Questa va rivalutata del 5% e poi moltiplicata per un coefficiente, variabile a seconda della categoria catastale. La rendita catastale si trova nella visura catastale, consultabile online sul sito dell’Agenzia delle Entrate inserendo i dati dell’immobile, oppure richiedibile presso gli uffici territoriali o tramite professionisti, ed è indicata anche nell’atto notarile di compravendita. Il risultato viene infine moltiplicato per l’aliquota deliberata dal Comune. Attenzione: se nel corso dell’anno la rendita catastale è aumentata (ad esempio per lavori di ristrutturazione o ampliamenti), sarà necessario considerare la nuova rendita solo a partire dalla data in cui è diventata effettiva. Nel caso in cui il Comune non abbia pubblicato le nuove aliquote entro il 28 aprile, si applicano quelle in vigore nel 2024. In ogni caso, è possibile consultare le delibere sul sito del proprio Comune o sul portale del Dipartimento delle Finanze.

Come pagare

L’acconto si versa con modello F24 e corrisponde al 50% dell’imposta annuale. Il saldo è atteso per il 16 dicembre 2025. Si considerano i mesi di possesso dell’immobile, anche parziali: è sufficiente essere stati proprietari per almeno 15 giorni in un mese perché quel mese venga conteggiato per intero.

Imu ridotta del 50%: le agevolazioni previste

La normativa prevede diverse riduzioni dell’Imu. In particolare, l’imposta è ridotta del 50% nel caso di immobili concessi in comodato gratuito a figli o genitori, a condizione che si tratti dell’unico immobile posseduto oppure che il comodante abbia la propria abitazione principale nello stesso Comune. La stessa riduzione si applica agli immobili dichiarati inagibili o inabitabili, previa perizia tecnica, e a quelli posseduti da pensionati residenti all’estero, purché in presenza di determinati requisiti. Per gli immobili affittati a canone concordato, invece, la riduzione prevista è del 25%. Per usufruire di queste agevolazioni è necessario presentare la dichiarazione Imu entro il 30 giugno dell’anno successivo, salvo che la situazione non subisca variazioni, nel qual caso la dichiarazione non va ripetuta.

Pensionati all’estero: a chi spetta lo sconto Imu

Un caso particolare di agevolazione è quello previsto per i pensionati residenti all’estero, introdotto dalla Legge 178/2020. Chi ha trasferito la residenza in un Paese che ha sottoscritto con l’Italia una convenzione internazionale in materia previdenziale, può beneficiare della riduzione del 50% dell’Imu su una sola unità immobiliare a uso abitativo posseduta in Italia. Per accedere al beneficio, il contribuente deve essere residente fiscale all’estero e deve essere titolare di una pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia. L’immobile, inoltre, non deve essere affittato né concesso in comodato. In aggiunta, è prevista anche una riduzione della Tari di due terzi. I Paesi coinvolti includono tutti i membri dell’Unione europea, i Paesi dello Spazio economico europeo (Norvegia, Islanda, Liechtenstein); la Svizzera, il Regno Unito e vari Paesi extraeuropei con accordi bilaterali con l’Italia come il Canada, gli Stati Uniti, l’Australia ma anche Città del Vaticano e San Marino.

Cosa cambia dal 2026

Le regole per il 2025 restano sostanzialmente invariate. Dal 2026 però i Comuni potranno introdurre nuove aliquote e agevolazioni personalizzate, rendendo potenzialmente più complesso il quadro delle esenzioni e degli sconti. Nel frattempo il monitoraggio sulle delibere è già attivo: secondo i dati Bluenext, oltre 7mila Comuni hanno trasmesso delibere per l’anno in corso. Di questi, 884 hanno aumentato le aliquote, 554 le hanno ridotte. Nei grandi centri, le aliquote sono già al livello massimo consentito, mentre nei piccoli Comuni si registrano ancora variazioni.