Lunedì 16 Giugno 2025
REDAZIONE ESTERI

Iran, i siti nucleari e le foto dal satellite: dalle fabbriche sotterranee alle centrali atomiche

Natanz, Fordo, Isfahan, Arak, Busher, Darkovin, Sirik e il centro di ricerca di Teheran. Cosa producono e la loro storia. Secondo l’Aiea a metà maggio il Paese disponeva di una scorta complessiva di 9.247,6 chilogrammi di uranio arricchito

I siti nucleari iraniani nelle immagini di Maxar Technologies (Ansa)

I siti nucleari iraniani nelle immagini di Maxar Technologies (Ansa)

Roma, 13 giugno – Israele ha attaccato l’Iran nella notte, prendendo di mira siti nucleari e vertici miliari. Teheran ha significativamente ampliato il proprio programma atomico negli ultimi anni, una mossa in gran parte attribuita al ritiro degli Stati Uniti, avvenuto nel 2018, dall’accordo internazionale che mirava a limitare le attività dell’Iran in cambio dell’alleggerimento delle sanzioni economiche.

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Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), a metà maggio l’Iran disponeva di una scorta complessiva di 9.247,6 chilogrammi di uranio arricchito, una quantità pari a 45 volte il limite stabilito dall’accordo noto con l’acronimo Jcpoa.

Teheran in questi anni ha continuato a negare l’intenzione di sviluppare un’arma nucleare, sostenendo che il proprio programma ha esclusivamente finalità civili.

Ma quali sono i siti del programma nucleare iraniano? Ecco l’elenco

Natanz

Lo stabilimento di Natanz (situato al centro del Paese), la cui esistenza è stata rivelata nel 2002, è probabilmente l'impianto nucleare iraniano più noto. L'AIEA ha confermato che il sito è stato colpito dagli attacchi israeliani. Il sito comprende due edifici, uno sotterraneo e uno in superficie, per un totale di oltre 10.000 macchine utilizzate per l'arricchimento dell'uranio. L'installazione era stata oggetto di un sabotaggio nell'aprile 2021 attribuito dall'Iran ai servizi segreti israeliani.

VIDEO Le esplosioni vicino al sito di Natanz

Le immagini satellitari di Maxar Technologies del sito di Natanz (Ansa)
Le immagini satellitari di Maxar Technologies del sito di Natanz (Ansa)

Fordo

La costruzione, in violazione delle risoluzioni ONU, della fabbrica sotterranea di Fordo, tra Teheran e Qom (sempre nelle zone centrali del Paese), è stata rivelata dall'Iran all'Aiea nel settembre 2009, causando una crisi con le grandi potenze del Consiglio di Sicurezza.Dopo averla definita un "sito di riserva" in una zona montuosa, vicino a una base militare, per proteggersi da un attacco aereo, Teheran ha indicato che si tratta di una fabbrica di arricchimento dell'uranio ad alto tasso, capace di ospitare circa 3.000 centrifughe. Qui, all'inizio del 2023, sono state rilevate particelle di uranio arricchito all'83,7%. L'Iran ha parlato di "fluttuazioni involontarie" durante il processo di arricchimento.

Fordo, il sito nucleare nell'immagine Maxar (Ansa)
Fordo, il sito nucleare nell'immagine Maxar (Ansa)

Isfahan

Lo stabilimento di conversione di Isfahan, testato industrialmente nel 2004, consente di trasformare il "yellowcake" (polvere di minerale di uranio concentrato estratto dalle miniere del deserto iraniano) in tetrafluoruro e poi in esafluoruro di uranio (UF4 e UF6). Questi gas vengono poi immessi nelle centrifughe per produrre uranio arricchito. Sempre a Isfahan, un laboratorio inaugurato nell'aprile 2009 produce combustibile a basso arricchimento, destinato a eventuali centrali nucleari. All'inizio del 2024, l'Iran ha annunciato l'inizio dei lavori per la costruzione di un nuovo reattore di ricerca nel sito.

Isfahan nelle foto satellitari di Maxar (Ansa)
Isfahan nelle foto satellitari di Maxar (Ansa)

Arak

La costruzione del reattore di Arak, ufficialmente destinato a produrre plutonio per scopi di ricerca medica, è iniziata negli anni 2000. Il progetto è però stato congelato in accordo con l'intesa di Vienna del 2015, che prevedeva la sua riconfigurazione per limitare i rischi di proliferazione. Il cuore del reattore è stato rimosso e sono stati gettati blocchi di cemento per renderlo inutilizzabile. Il sito, dovrebbe rientrare in funzione nel 2026, secondo le informazioni comunicate dall'Iran all'Aiea. Il complesso include anche uno stabilimento per la produzione di acqua pesante.

Il sito nucleare di Arak (Ansa)
Il sito nucleare di Arak (Ansa)

Teheran

Il centro di ricerca nucleare di Teheran possiede un reattore fornito dagli Stati Uniti nel 1967 per la produzione di isotopi medici.

Busher

La centrale, costruita dalla Russia che fornisce il combustibile, ha iniziato a funzionare nel settembre 2011 a regime ridotto prima di essere collegata alla rete elettrica l'anno seguente. Mosca aveva ripreso nel 1994 la costruzione del sito da 1.000 megawatt, iniziata dagli tedeschi prima della rivoluzione islamica del 1979.

La centrale di Busher (Ansa)
La centrale di Busher (Ansa)

Darkhovin

L'Iran ha avviato alla fine del 2022 la costruzione di una centrale da 300 megawatt, nel distretto del sud-ovest del Paese.

Sirik

All'inizio del 2024 sono iniziati i lavori per edificare a Sirik, sullo stretto di Hormuz, un nuovo complesso composto da quattro centrali elettriche individuali per una capacità produttiva combinata di 5.000 megawatt.

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